Lo scampato (per ora) pericolo sull'ondata che puntava a liberalizzare il mondo delle professioni intellettuali non fa abbassare la guardia agli ordini ancora sotto scacco del governo. L'emendamento inserito ieri in calcio d'angolo (si veda ItaliaOggi di ieri) che dà otto mesi di tempo al governo per formulare proposte in materia, non fa dormire sonni tranquilli agli ordini che, in un comunicato stampa congiunto Cup (Comitato unitario professioni), Pat (Professioni di area tecnica), Associazione degli enti di previdenza e Confprofessioni, richiamano il governo a non dimenticare quella funzione di pubblico interesse svolta dai professionisti italiani.
Questo non vuol dire che i rappresentanti degli ordini non abbiano apprezzato «l'atteggiamento del ministero di giustizia e degli altri ministri vigilanti che hanno sostenuto in maniera convinta e determinata il non inserimento nella manovra di una norma genericamente e inopinatamente liberalizzatrice». Ma non basta, perché è forte la preoccupazione del formarsi «nell'opinione pubblica di una visione, artatamente distorta, che confonde per difesa di casta, l'affermazione di principi fondamentali per il corretto funzionamento dell'intero sistema professionale italiano». (…)
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